I migliori strumenti di Cyber Security per i Commercialisti

In un’epoca in cui le informazioni sono l’oro del XXI secolo, i commercialisti gestiscono un enorme volume di dati sensibili. Dai dettagli finanziari alle informazioni personali dei clienti, il loro ruolo richiede un alto livello di sicurezza. Ma siamo veramente sicuri che le attuali misure di protezione siano sufficienti? Potrebbero esserci delle falle nelle difese? In questo articolo prenderemo in considerazione alcuni dei migliori strumenti di cyber security che potrebbero rinforzare le barriere e mettere in sicurezza i dati dei clienti. Ma prima di tutto vediamo quali potrebbero essere i danni. I Danneggiamenti Possibili da un Attacco Hacker Se c’è una cosa che un attacco hacker può garantire, è la portata del danno che può infliggere, sia tangibile che intangibile. Per un commercialista, queste conseguenze possono essere devastanti e di lunga durata. Danni Finanziari I dati finanziari che gestite sono preziosi e, se cadono nelle mani sbagliate, possono essere usati per perpetrare frodi, riciclaggio di denaro o altri crimini economici. Questo può non solo causare perdite finanziarie dirette, ma può anche comportare costi legali significativi se l’azienda o i clienti decidono di citare in giudizio per la violazione della privacy. Perdita di Reputazione La reputazione è tutto nel mondo degli affari e in particolare per i commercialisti. Se i vostri clienti scoprono che i loro dati sono stati compromessi a causa di misure di sicurezza insufficienti, potrebbero decidere di non fare più affari con voi in futuro. Questa perdita di fiducia può essere difficile da recuperare e può avere un impatto duraturo sulla vostra reputazione professionale. Interruzione dell’Attività Un attacco hacker può portare alla paralisi delle operazioni di routine. La necessità di indagare sull’attacco, di ripristinare i sistemi e di recuperare i dati può richiedere tempo e risorse significative, interrompendo le normali attività e causando ulteriori perdite finanziarie. Sanzioni e Multe Se i dati compromessi includono informazioni personali dei clienti, potreste essere soggetti a multe e sanzioni da parte delle autorità di regolamentazione. Questo può aggiungere un ulteriore costo finanziario alla violazione della sicurezza. L’Uso Indebito dei Dati dei Clienti I dati che un commercialista gestisce non sono solo preziosi per il professionista e il cliente, ma anche estremamente allettanti per un hacker. Una volta in possesso di tali dati, un hacker potrebbe mettere in atto diverse operazioni dannose. Frode Fiscale: Avendo accesso a informazioni dettagliate sui redditi dei clienti, un hacker potrebbe presentare falsi dichiarazioni dei redditi per ottenere rimborsi non dovuti. Questo potrebbe portare i clienti a dover affrontare controlli fiscali e altre conseguenze legali. Frode di Identità: Con abbastanza informazioni, un hacker potrebbe assumere l’identità dei clienti, ottenendo nuovi prestiti o carte di credito a loro nome, causando danni finanziari significativi e lunghi periodi di stress per ripulire la loro reputazione creditizia. Riciclaggio di Denaro: I dati finanziari possono essere usati per mascherare l’origine di denaro ottenuto illegalmente. Se tali operazioni venissero scoperte, il commercialista e i clienti potrebbero trovarsi coinvolti in indagini legali complesse. Ransomware: Gli hacker potrebbero criptare i dati rubati e richiedere un riscatto per la loro decriptazione. Se i dati non fossero recuperabili in altro modo, il commercialista potrebbe trovarsi di fronte alla difficile decisione di pagare o meno il riscatto. Leggi anche: Come scegliere il giusto sistema di protezione per la tua azienda I migliori strumenti di cyber security Firewall Avanzati I firewall rappresentano il primo livello di difesa tra la vostra rete interna e Internet. Essi monitorano il traffico e bloccano potenziali minacce. Tuttavia, i firewall tradizionali possono non essere sufficientemente sofisticati per contrastare le minacce moderne, sempre più avanzate e persistenti. Potrebbe essere il caso di valutare l’implementazione di un firewall di nuova generazione, capace di identificare e bloccare attacchi più complessi. Software Antivirus Intelligenti Un buon software antivirus è fondamentale per proteggere i vostri dispositivi dalle minacce online più comuni. Tuttavia, gli attacchi di malware diventano sempre più sofisticati, e alcuni possono riuscire a eludere i sistemi antivirus tradizionali. È qui che interviene la necessità di un antivirus intelligente, che utilizza l’intelligenza artificiale e il machine learning per rilevare e neutralizzare le minacce emergenti. Strumenti di Difesa Contro il Ransomware Il ransomware è una forma di malware che crittografa i dati dell’utente e richiede un riscatto per la loro decrittazione. Molti strumenti di sicurezza tradizionali possono non essere in grado di prevenire un attacco di ransomware, data la sua natura subdola. Pertanto, è essenziale avere a disposizione strumenti specifici per il rilevamento e la neutralizzazione del ransomware. Soluzioni di Sicurezza Multi-fattore Le tecniche di phishing e di ingegneria sociale sono sempre più diffuse e possono eludere facilmente le difese tradizionali. Una soluzione? L’autenticazione a più fattori, che aggiunge un ulteriore livello di protezione oltre la semplice password. Tuttavia, non tutti i sistemi di autenticazione multi-fattore sono creati uguali, e alcuni possono essere più facili da ingannare di altri. Pertanto, è importante scegliere un sistema robusto e sicuro. Ognuno di questi strumenti rappresenta un pezzo del puzzle della sicurezza cibernetica. Ma non dimenticate: nessun sistema è infallibile. La chiave è essere sempre un passo avanti rispetto a chi effettua attacchi alla rete, rimanendo aggiornati sulle ultime minacce e sulle tecniche di difesa. Ricordate, la vostra sicurezza, così come la fiducia dei vostri clienti, dipende da quanto seriamente prendete la protezione dei dati. Richiedi una consulenza gratuita per tenere al sicuro i tuoi dati Alessio
Chi sono gli hacker: storia e profilo dei maestri dell’Intrusione digitale

Gli hacker sono spesso dipinti come criminali informatici in vestaglia e occhiali, armati di tastiere al posto di pistole. Ma, chi sono realmente gli hacker? E come hanno sviluppato le competenze per diventare i maestri dell’intrusione digitale? In questo articolo, esploreremo la storia degli hacker e delineeremo il loro profilo, per comprendere meglio chi sono e come operano. Dalle radici alla ribalta: la storia degli hacker L’origine del termine “hacker” risale al MIT degli anni ’60, dove veniva utilizzato per descrivere gli studenti che mostravano una straordinaria abilità nel risolvere problemi e nel manipolare i sistemi informatici. Con l’avvento della rivoluzione digitale, queste competenze tecniche hanno assunto una nuova dimensione, spingendo alcuni di questi individui talentuosi a esplorare il lato oscuro del cyberspazio. Negli anni ’80, gli hacker cominciarono a emergere nell’immaginario collettivo. Figure come Kevin Mitnick, che rubò software aziendali per milioni di dollari, divennero noti al grande pubblico. Allo stesso tempo, gruppi di hacker come i Legion of Doom iniziarono a organizzarsi, condividendo conoscenze e strumenti in modo da poter condurre attacchi sempre più sofisticati. Negli anni ’90 e 2000, l’hacking ha subito un’ulteriore evoluzione. Mentre la rete si espandeva, gli hacker diventavano sempre più sofisticati, utilizzando tecniche avanzate come il phishing, i botnet e gli attacchi DDoS. Allo stesso tempo, i governi e le grandi aziende iniziarono a riconoscere la minaccia rappresentata da queste attività, investendo in sicurezza informatica e reclutando i propri team di hacker etici per combattere il fenomeno. Il profilo dell’hacker: chi sono i maestri dell’intrusione digitale? Gli hacker non sono un gruppo omogeneo. Essi variano in termini di competenze, motivazioni e obiettivi. Tuttavia, esistono alcuni tratti comuni che tendono a emergere. Competenza tecnica: Gli hacker sono esperti di tecnologia. Conoscono i sistemi operativi, i protocolli di rete, le tecniche di programmazione e di crittografia, e sono sempre al passo con le ultime vulnerabilità e tecniche di attacco. Curiosità: Gli hacker sono guidati da una forte curiosità intellettuale. Vogliono capire come funzionano le cose, e sono motivati dalla sfida di trovare e sfruttare le debolezze dei sistemi. Creatività: Gli hacker sono risolutori di problemi creativi. Spesso, devono pensare fuori dagli schemi per trovare nuovi modi per infiltrarsi nei sistemi o per eludere le misure di sicurezza. Persistenza: Gli hacker sono persistenti. Un attacco può richiedere settimane o addirittura mesi di preparazione e di tentativi. Anonimato: Gli hacker tendono ad operare in segreto. Usano tecniche come l’uso di VPN, TOR e altre tecniche di mascheramento per nascondere la loro identità e la loro posizione. Esistono diversi tipi di hacker, ognuno con le proprie motivazioni e obiettivi. Gli hacker etici, o “white hat”, usano le loro competenze per migliorare la sicurezza informatica. Gli hacker criminali, o “black hat”, sfruttano le vulnerabilità per scopi illegali, come il furto di dati o la distribuzione di malware. Infine, ci sono gli hacker “grey hat”, che operano in una zona grigia morale, eseguendo attacchi non autorizzati, ma spesso con l’intento di evidenziare le vulnerabilità e migliorare la sicurezza. Leggi anche: Le 4 tecnologie fondamentali per la sicurezza informatica Lavorare in gruppo: la forza degli hacker Complementarietà delle competenze tecniche Gli hacker, sebbene possano agire individualmente, tendono spesso a lavorare in gruppo. Questa tendenza nasce in parte dalla vasta gamma di competenze tecniche richieste dall’hacking. Un singolo individuo potrebbe non possedere tutte le abilità necessarie per condurre un attacco sofisticato, ma un gruppo di hacker può riunire un insieme diversificato di competenze. In questo modo, ogni membro apporta la propria esperienza specifica, garantendo una copertura più ampia delle competenze tecniche necessarie. Efficienza e risparmio di tempo Un altro aspetto chiave del lavorare in gruppo è l’efficienza. Gli attacchi informatici possono richiedere una quantità significativa di tempo e risorse. Lavorare in gruppo consente di distribuire il carico di lavoro, rendendo l’hacking più efficiente e meno dispendioso in termini di tempo. Sicurezza attraverso l’anonimato Un ulteriore vantaggio del lavorare in gruppo per gli hacker risiede nel concetto di sicurezza attraverso l’anonimato. In un gruppo, la responsabilità per un attacco può essere diffusa tra i membri, rendendo più difficile identificare un singolo colpevole. Condivisione della conoscenza e crescita delle competenze Infine, la comunità di hacker spesso condivide una sorta di ethos che valorizza la collaborazione e la condivisione di conoscenze. In un gruppo, gli hacker possono imparare gli uni dagli altri, affinando le loro competenze e costruendo soluzioni più potenti e innovative. Questo spirito di collaborazione contribuisce a stimolare l’innovazione e a potenziare le capacità dell’intero gruppo. In conclusione, gli hacker sono individui altamente competenti e motivati che possono rappresentare sia una minaccia che un’opportunità per la sicurezza digitale. Comprendere chi sono, come operano e cosa li motiva è fondamentale per la protezione dei nostri sistemi e dati digitali. Richiedi una consulenza gratuita per mantenere al sicuro i tuoi dati Alessio
Sicurezza informatica e lavoro da remoto: come mantenere sicuri i dati aziendali

La sicurezza informatica è sempre stata una priorità per le aziende. Tuttavia, con l’esplosione del lavoro da remoto, mantenere sicuri i dati aziendali è diventato un compito ancora più impegnativo. In questo articolo, esploreremo alcune delle principali sfide legate alla sicurezza informatica nel lavoro da remoto e come le aziende possono affrontarle efficacemente. Il Nuovo Scenario del Lavoro da Remoto La pandemia di Covid-19 ha cambiato radicalmente il modo in cui lavoriamo. Molte aziende sono state costrette a implementare il lavoro da remoto a tempo pieno o parziale per garantire la continuità delle operazioni. Sebbene questa modalità di lavoro abbia numerosi vantaggi, come la flessibilità e la riduzione dei costi operativi, ha anche portato con sé nuove sfide in termini di sicurezza informatica. Infatti, il lavoro da casa ha aumentato l’esposizione dei dati aziendali a potenziali minacce. Minacce alla Sicurezza Informatica nel Lavoro da Remoto Quando i dipendenti lavorano fuori dall’ufficio, l’azienda ha meno controllo sulle reti e sui dispositivi che utilizzano. Alcuni dei principali rischi per la sicurezza informatica nel lavoro da remoto includono il phishing, l’accesso non autorizzato ai dati, la condivisione non sicura dei dati e l’uso di reti Wi-Fi non sicure. Allo stesso tempo, le vulnerabilità dei dispositivi personali o aziendali possono essere sfruttate dagli hacker per infiltrarsi nelle reti aziendali. Strumenti per la Sicurezza Informatica nel Lavoro da Remoto Per affrontare queste sfide, le aziende devono implementare una serie di strumenti di sicurezza. Questi possono includere Virtual Private Networks (VPN) per garantire connessioni sicure, soluzioni di gestione dei dispositivi mobili (MDM) per monitorare e gestire i dispositivi aziendali, e sistemi di protezione da malware e phishing. Inoltre, l’uso di servizi cloud con forti protocolli di sicurezza può contribuire a proteggere i dati aziendali. Formazione dei Dipendenti sulla Sicurezza Informatica: Un Aspetto Cruciale Una delle strategie più efficaci per proteggere i dati aziendali quando si lavora da remoto è garantire che i dipendenti siano adeguatamente formati sulle migliori pratiche di sicurezza informatica. Quando si tratta di difendere un’azienda dalle minacce informatiche, l’elemento umano è spesso il più imprevedibile, ma anche il più controllabile. I dipendenti che lavorano da casa possono facilmente diventare obiettivi per i cybercriminali attraverso tecniche di phishing, malware o attacchi di ingegneria sociale. Pertanto, la formazione sulla sicurezza informatica diventa fondamentale per sensibilizzare il personale sui rischi associati al lavoro da remoto e per insegnare loro come identificare e prevenire potenziali minacce. Gli argomenti di formazione dovrebbero includere: l’importanza di mantenere i software e i dispositivi aggiornati, l’uso di password forti e uniche, l’importanza di fare regolari backup dei dati, la protezione delle reti domestiche e conoscenza delle diverse tattiche di phishing. La formazione dovrebbe essere un processo continuo, con aggiornamenti regolari che riflettono le nuove minacce e tecniche di attacco. Investire nella formazione dei dipendenti sulla sicurezza informatica non solo protegge i dati aziendali, ma può anche far risparmiare denaro a lungo termine, prevenendo costose violazioni dei dati. Inoltre, i dipendenti che sono consapevoli della loro responsabilità nella protezione dei dati dell’azienda saranno più attenti e proattivi nel mantenere sicuri i loro ambienti di lavoro da remoto. L’insidiosa trappola del Phishing: Come avviene un attacco informatico nel contesto del lavoro da remoto Uno degli attacchi informatici più comuni a cui possono essere esposti i lavoratori da remoto è il phishing. Questo tipo di attacco è insidioso perché mira a ingannare gli utenti per ottenere accesso a informazioni sensibili come username, password o dettagli della carta di credito. Gli attacchi di phishing si verificano spesso tramite email. Gli hacker inviano messaggi che sembrano provenire da una fonte legittima, come il provider di servizi Internet, la banca o il dipartimento IT dell’azienda. Queste email includono di solito un link a un sito web che sembra autentico, ma che in realtà è controllato dagli hacker. Quando l’utente clicca sul link, viene indirizzato al sito falso e invitato a inserire le proprie credenziali o informazioni personali. In questo modo, gli hacker possono rubare queste informazioni e utilizzarle per accedere alle reti o agli account dell’utente. In un contesto di lavoro da remoto, questo tipo di attacco può avere conseguenze gravi. Ad esempio, se un dipendente viene ingannato da un’email di phishing e inserisce le sue credenziali di accesso aziendale nel sito falso, gli hacker potrebbero ottenere l’accesso alla rete aziendale e ai dati sensibili contenuti in essa. Pertanto, è fondamentale che i dipendenti siano adeguatamente formati per riconoscere e prevenire gli attacchi di phishing. Ciò include l’apprendimento di come riconoscere le email di phishing, non cliccare su link sospetti, verificare sempre l’URL di un sito web prima di inserire le proprie informazioni e utilizzare l’autenticazione a due fattori quando possibile. Sicurezza Informatica e Lavoro da Remoto, un Equilibrio Necessario L’importanza della sicurezza informatica nel lavoro da remoto non può essere sottovalutata. Mentre le organizzazioni adottano modelli di lavoro più flessibili, le sfide in termini di sicurezza dei dati continuano a evolversi. Il mantenimento della sicurezza dei dati aziendali non è solo una questione di implementazione delle tecnologie avanzate, ma richiede un approccio olistico che include una robusta formazione dei dipendenti, politiche di sicurezza ben definite, procedure di risposta agli incidenti e una mentalità di sicurezza incorporata nella cultura aziendale. Lavorare da remoto ha molti vantaggi, ma è essenziale che le aziende considerino attentamente i rischi associati e implementino misure proattive per proteggere i propri dati. Adottare un approccio preventivo alla sicurezza può sembrare un compito oneroso, ma i costi e le conseguenze di una violazione dei dati sono significativamente maggiori. Quindi, come abbiamo discusso, dalla scelta delle giuste tecnologie all’educazione e alla formazione dei dipendenti, ci sono molteplici passaggi che le aziende possono e devono prendere per garantire la sicurezza dei loro dati in un ambiente di lavoro remoto. Ricordiamo che la sicurezza informatica non è un obiettivo da raggiungere, ma un viaggio da intraprendere, con una costante attenzione e aggiornamento, a favore della protezione e dell’integrità dei dati aziendali. Un viaggio che, con la giusta consapevolezza e le adeguate strategie, può contribuire non
Le 4 tecnologie fondamentali per la sicurezza informatica

La sicurezza informatica è diventata una componente essenziale nel panorama digitale attuale. Mentre le organizzazioni navigano attraverso la rapida evoluzione del mondo digitale, il ruolo della sicurezza informatica è diventato centrale. La crescente dipendenza da soluzioni digitali ha aperto la porta a una serie di minacce informatiche, rendendo indispensabili tecnologie di sicurezza robuste ed efficaci. In questo articolo esploreremo quattro tecnologie chiave che stanno guidando la sicurezza informatica: l’Intelligenza Artificiale (AI), la crittografia, l’autenticazione multi-fattore (MFA) e la Blockchain. Queste tecnologie rappresentano la frontiera avanzata della sicurezza informatica e sono strumenti fondamentali per contrastare le minacce emergenti. Sicurezza informatica con Intelligenza Artificiale e Machine Learning L’intelligenza artificiale (IA) e il machine learning (ML) sono tecnologie rivoluzionarie che stanno avendo un impatto significativo in molteplici settori, compresa la sicurezza informatica. Le tecniche di AI e ML permettono ai sistemi di sicurezza di apprendere ed evolvere dinamicamente, riconoscendo schemi di comportamento anomali e reagendo alle minacce in tempo reale. Intelligenza Artificiale L’Intelligenza Artificiale (IA) è un ramo dell’informatica che mira a creare sistemi in grado di eseguire compiti che normalmente richiedono l’intelligenza umana. Questi compiti includono l’apprendimento, il ragionamento, la percezione, il riconoscimento di linguaggio naturale e la risoluzione di problemi. Un sistema di IA è programmato per prendere decisioni, spesso basandosi su un insieme di regole o algoritmi definito da un programmatore. Nel contesto della sicurezza informatica, l’IA può essere utilizzata per identificare anomalie o schemi comportamentali che suggeriscono un tentativo di intrusione. L’IA può analizzare grandi quantità di dati molto più velocemente di quanto potrebbe fare un umano, permettendo la rilevazione di attacchi in tempo reale. Inoltre, l’IA può apprendere da ogni tentativo di intrusione, diventando sempre più efficace nel rilevare e prevenire attacchi futuri. Machine Learning Il Machine Learning (ML) è una sottocategoria dell’IA che si concentra sull’addestramento dei computer a imparare dai dati. Il ML utilizza algoritmi per costruire modelli basati su dati di input, quindi usa questi modelli per fare previsioni o prendere decisioni senza essere esplicitamente programmato per svolgere il compito. Ci sono vari tipi di apprendimento nel machine learning, tra cui l’apprendimento supervisionato, l’apprendimento non supervisionato e l’apprendimento per rinforzo. Nell‘apprendimento supervisionato, l’algoritmo di ML apprende da un set di dati di addestramento etichettato. Ogni esempio nel set di dati comprende un input e l’output corrispondente, che viene usato per addestrare il modello. Una volta addestrato, il modello può essere utilizzato per prevedere l’output per nuovi input. Nell’apprendimento non supervisionato, l’algoritmo di ML apprende da un set di dati non etichettato. L’obiettivo è trovare strutture nascoste nei dati, come gruppi o anomalie. Nell’apprendimento per rinforzo, un agente impara come comportarsi in un ambiente eseguendo azioni e ricevendo ricompense o punizioni. Nel campo della sicurezza informatica, il ML può essere utilizzato per rilevare schemi di comportamento anomali che potrebbero indicare un attacco. Ad esempio, un algoritmo di ML potrebbe essere addestrato a riconoscere schemi di traffico di rete normale; se il traffico di rete devia significativamente da questi schemi, l’algoritmo potrebbe rilevarlo come un possibile attacco e segnalarlo per ulteriori indagini. Scopri come i dispositivi Lecs possono aiutarti a proteggere i tuoi dati Sicurezza informatica e Crittografia La crittografia è una tecnica di sicurezza informatica che si basa sulla matematica per proteggere le informazioni. Attraverso la crittografia, le informazioni vengono trasformate in un formato incomprensibile, che può essere decodificato solo da coloro che detengono una specifica chiave. La crittografia è utilizzata per garantire la riservatezza, l’integrità e l’autenticità dei dati. Tipi di crittografia Esistono due tipi principali di crittografia: la crittografia simmetrica e la crittografia asimmetrica. Crittografia simmetrica: In questo tipo di crittografia, la stessa chiave viene utilizzata per cifrare e decifrare i dati. Il mittente utilizza la chiave per cifrare i dati, e il destinatario utilizza la stessa chiave per decifrarli. Esempi di algoritmi di crittografia simmetrica includono AES (Advanced Encryption Standard) e DES (Data Encryption Standard). Il vantaggio principale della crittografia simmetrica è che è veloce e efficiente. Tuttavia, la distribuzione sicura della chiave è un problema, poiché chiunque abbia la chiave può decifrare i dati. Crittografia asimmetrica: Anche nota come crittografia a chiave pubblica, la crittografia asimmetrica utilizza due chiavi: una chiave pubblica, che può essere distribuita liberamente, e una chiave privata, che deve essere mantenuta segreta. La chiave pubblica viene utilizzata per cifrare i dati, mentre la chiave privata viene utilizzata per decifrarli. Esempi di algoritmi di crittografia asimmetrica includono RSA e ECC (Elliptic Curve Cryptography). Il vantaggio principale della crittografia asimmetrica è che risolve il problema della distribuzione della chiave. Tuttavia, è più lenta e computazionalmente intensiva rispetto alla crittografia simmetrica. Hashing Oltre alla crittografia, un altro componente importante della sicurezza informatica è l’hashing. L’hashing è un processo unidirezionale che prende un input (o ‘messaggio’) e restituisce un valore fisso di lunghezza, chiamato hash. Il valore dell’hash è unico per l’input specifico, quindi anche una piccola modifica all’input produrrà un hash molto diverso. L’hashing viene spesso utilizzato per verificare l’integrità dei dati. Protocolli crittografici Infine, esistono protocolli crittografici, come SSL/TLS e HTTPS, che utilizzano la crittografia per fornire comunicazioni sicure su una rete. Questi protocolli utilizzano sia la crittografia simmetrica che quella asimmetrica, oltre all’hashing, per garantire la riservatezza, l’integrità e l’autenticità dei dati. Sicurezza informatica e autenticazione multi-fattore L’autenticazione multi-fattore (MFA) è una tecnica di sicurezza informatica che richiede agli utenti di fornire più di un tipo di credenziali per confermare la loro identità quando accedono a un sistema. Questo approccio è progettato per rendere più difficile per un attaccante ottenere accesso non autorizzato a un sistema, dato che la compromissione di un singolo fattore di autenticazione non sarà sufficiente. I fattori di autenticazione possono essere raggruppati in tre categorie principali: Qualcosa che l’utente conosce: Questo potrebbe essere una password, un PIN o le risposte a domande di sicurezza. Questo è il tipo di autenticazione più comune. Qualcosa che l’utente ha: Questo potrebbe essere un dispositivo fisico come una smart card, un token hardware di sicurezza o un dispositivo mobile che riceve un SMS o utilizza un’app di
Sicurezza informatica e attacchi ransomware: cosa sono, tipologie e come difendersi

Nel settore della sicurezza informatica, gli attacchi ransomware sono di casa, e per questo è importante sapere di cosa si tratta e come tutelarsi. La parola ransomware tradotta letteralmente dell’inglese vuol dire ‘virus del riscatto’, e di fatto è proprio questo che avviene: dei virus e malware aggrediscono i nostri dispositivi e ne impediscono l’utilizzo. Tutto può tornare alla normalità pagando un riscatto. Nel mirino di questi attacchi informatici finiscono molte aziende, e l’epilogo generalmente è un riscatto o la diffusione on line di una parte dei dati, spesso pubblicati sul sito della cyber gang responsabile dell’attacco. Ma adesso vediamo bene insieme cosa sono gli attacchi ransomware, le tipologie e come difendersi. Cosa sono gli attacchi Ransomware Il virus ransomware è un tipo di malware, e viene utilizzato per ‘infettare’ un dispositivo (pc, tablet, smartphone, etc) e rendere i file in esso contenuti inaccessibili, e per questo si parla infatti di attacchi ransomware. La finalità è quella di estorcere denaro se la vittima vuole tornare padrone dei suoi contenuti che, grazie alla cifratura, sono diventati inutilizzabili. E come avviene la richiesta di riscatto? Invece del nostro sfondo, sul dispositivo appare un avviso il cui mittente sembra un’organizzazione di sicurezza (come la polizia) e viene chiesto del denaro per ottenere una password che rilascerà l’accesso ai contenuti, e sempre più spesso il pagamento avviene nel Dark Web. L’importo del riscatto molto spesso è elevato: in certi casi ha raggiunto milioni di dollari e viene richiesto in criptovalute; nel 2021 ad esempio ad Acer, di cui tutto conosciamo l’importanza nel settore informatico, sono stati chiesti 50 milioni di dollari. Come funzionano gli attacchi Ransomware Un ransomware si diffonde mediante attacchi di: PHISHING: Forma di adescamento nella quale grazie a una truffa telematica vengono rubati informazioni e dati. Per la sicurezza informatica è una delle minacce più note CLICKJACKING Pagine trasparenti che vengono collocate sopra alla pagina reale; l’utente, senza saperlo, compie attività come download di file o invio di informazioni, mentre vengono intercettati i tasti permuti per ottenere informazioni come credenziali bancarie o documenti. Tipologie di Ransomware I tipi di ransomware sono principalmente tre: CRYPTOR: Si attiva quando l’utente apre un file come un allegato e-mail che però ha al suo interno un virus. In questo modo ogni file sul pc viene criptato con estensioni ‘strane’ come .wcry o caratteri randomici. BLOCKER: Il virus simula il blocco di un computer o un dispositivo mobile. L’utente vedrà un messagiio con una richiesta di pagamento. WIPER: il cui fine è distruggere i dati in modo irreversibile Le 10 righe dell’oggetto più frequentemente utilizzate negli attacchi sono: Richiesta, Seguito, Urgente/Importante, Sei disponibile?/ Sei alla tua scrivania?, Stato del pagamento, Ciao ,Acquistare, Fattura in scadenza, Deposito diretto, Spese, Libro paga. I marchi invece principalmente utilizzati sono WhatsApp, Google, LinkedIn, Amazon, FedEx, Roblox, PayPal e Apple. Facebook e Instagram. Come difendersi dagli attacchi Ransomware Per tutelarsi da questi attacchi, occorre: fare molta attenzione prima di scaricare e installare file nel pc; valutare chi è il mittente e in che tipo di sito stiamo navigando scegliere un antivirus con un modulo anti-ransomware dedicato scegliamo un client di posta elettronica che abbia moduli di sicurezza aggiornare sempre all’ultima versione il nostro sistema operativo utilizziamo un browser sicuro e aggiornato (Google Chrome) Ricordiamoci sempre che la sicurezza informatica non deve essere solo pensata per proteggere le grandi aziende: i dispositivi Lecs nascono proprio affinché anche i dati delle piccole imprese e dei professionisti siano debitamente protetti. Alessio
Sicurezza informatica: la vera sfida dell’era digitale

Con il termine di sicurezza informatica -molte volte sostituito con quello di cybersecurity- si intendono tutti quei mezzi il cui scopo è proteggere i sistemi, le reti e i dati dal danno digitale. E in un mondo in cui qualsiasi informazione su persone e aziende viene custodita su supporti tecnologici, la sfera digitale diventa automaticamente il terreno di guerra fra chi deve garantire riservatezza, integrità e disponibilità dei dati, e chi invece vuole appropriarsene per vari motivi, di solito politici o economici. Alcuni dati sulla sicurezza informatica Ad esempio il 2022 si è concluso con un numero di attacchi rilevati pari a 12.947: numero che in sé potrebbe dirci poco, ma corrisponde a più del doppio dei 5.334 dell’anno prima. Le persone indagate ammontano a 334 rispetto alle 187 del 2021. Gli alert diramati l’anno scorso sono stati 113.226: più di 300 al giorno. La figura dell’hacker, tanto raccontata nei film, dipinto con felpe nere overs size e col cappuccio a coprire il volto e immerso in una giungla di codici incomprensibili, è diventata realtà, e quello che fa non è più al limite del fantastico, ma verità nuda e cruda. E non pensiamo nemmeno che il bersaglio degli attacchi hacker siano solo le grandi aziende; stringendo la questione, chi detiene i dati sensibili è come un cassetto che custodisce le nostre vite e identità: se la serratura del cassetto salta, ad essere rapiti siamo proprio noi. Di fatto i dispositivi che possono essere violati sono computer, server, dispositivi mobili, reti e sistemi elettronici: tutti questi elementi devono quindi essere oggetto di sicurezza informatica ai massimi livelli, e occorrono impegno, costanza e ricerca affinchè le aziende (sia di grandi dimensioni, che PMI, che siano nel settore pubblico o privato) possano garantire la sicurezza informatica dei dati che hanno. E da parte delle imprese l’attenzione nei confronti delle problematiche derivanti da attacchi hacker sta aumentando sempre di più, mentre anche il settore legislativo sta compiendo il proprio percorso volto alla tutela dei cittadini. Come ha dichiarato Alessandro Piva, Direttore dell’Osservatorio Cybersicurity & Data Protection: “Il primo passo è stato compiuto: le organizzazioni hanno posto le basi per rendere la cybersecurity un elemento chiave per il loro business, intraprendendo un percorso strutturato verso una nuova fase. Le organizzazioni non devono abbassare la guardia, ma muoversi elaborando una strategia a lungo termine per la sicurezza informatica”. I tre principi della sicurezza informatica- CIA Gestire, proteggere e mettere in sicurezza in modo corretto i dati informatici, vuol dire agire secondo tre principi fondamentali della sicurezza informatica: Confidenzialità Integrità Disponibilità Vediamole nel dettaglio. Sicurezza Informatica: Confidenzialità dei dati Per confidenzialità dei dati si intende la garanzia che i dati rilasciati da persone o aziende saranno protetti dal potenziale accesso e utilizzo da parte di chi non ne è autorizzato. Questo deve essere garantito sempre, non solo in una fase di cessione e acquisizione del dato, ma anche nelle fasi successive (utilizzo e scambio in una rete di connessione). Possiamo affermare che la confidenzialità è indispensabile per garantire quella privacy a cui ognuno di noi tiene tanto; se la confidenzialità non viene mantenuta, il danno non è solo per la società che doveva proteggere il dato, ma anche per la privacy, appunto, dell’individuo. Al fine di garantire la confidenzialità dei dati, i metodi più usati sono: CRITTOGRAFIA, usata per l’autenticazione, costituita da nome utente e password CODICI PIN BIOMETRIA, come l’impronta digitale In termini più ampi e al di là del singolo individuo, quando pensiamo a tutti i dati da proteggere non possiamo dimenticare quelli finanziari, di sicurezza a livello nazionale, economici, sanitari e di molti altri contesti che fanno parte integrante della società. Sicurezza Informatica: Integrità dei dati informatici Per integrità dei dati intendiamo la garanzia che i dati non vengano in alcun modo modificati o cancellati da chi non sia autorizzato a farlo. Questo comprende ovviamente anche variazioni di carattere accidentale. Per la sicurezza informatica e il mantenimento dell’integrità dei dati è necessario attuare delle policy di autenticazione ben delineate: di questo fanno parte le password, che tutti noi adoperiamo per accedere a dispositivi tecnologici e servizi on line, ma che vengono utilizzate anche a livello aziendale. La scelta della password deve essere ragionata, e anche il suo utilizzo deve essere altrettanto attenzionato. Fra le cause principali di attacchi informatici rientra proprio il cattivo utilizzo delle password da parte degli utenti. Sicurezza Informatica: Disponibilità dei dati Il terzo e ultimo principio della sicurezza informatica riguarda la disponibilità dei dati: con questo si intende la possibilità di poter accedere ai dati da parte di chi ne è autorizzato. A questo scopo è necessario che non vi sia un’interruzione nel periodo di tempo in cui il dato viene utilizzato, né a seguito di un attacco informatico e nemmeno a causa di altri eventi, comprese le calamità naturali. Fra le misure più efficaci per avere disponibilità dei dati, ricordiamo: Ridondanza, failover e Raid Strutture di controllo di rete e server Piano di ripristino dei dati e di continuità aziendale in caso di privazione dei dati Scopri i dispostivi Lecs per la tua sicurezza informatica Tipi di minacce per la sicurezza informatica Come abbiamo già detto quindi, la sicurezza informatica è ciò che occorre per fronteggiare gli attacchi hacker e qualsiasi tipo di minaccia informatica. Partiamo dal presupposto che lo scopo di un attacco Hacker sia quello di sottrarre i dati per poi chiedere un riscatto; i dati che vengono rubati possono essere divulgati nel dark web ed essere utilizzati per scopi illegali. Pensiamo ad esempio alla sottrazione del numero della carta di credito; anche se non siamo esperti di sicurezza informatica e crediamo che non ci sia nulla di troppo interessante nelle nostre vite, per gli ‘esperti degli attacchi’ non è proprio così. Vediamo insieme alcuni tipi di minacce informatiche. Malware E’ un software che si muove nella rete, violandola e sfruttandone la vulnerabilità. E’ ovviamente dannoso e può essere usato per sottrarre dati di varia natura, comprese e-mail e password. Se
NEW UPDATE: Aggiornamento alla UI Reseller

Per tutti i clienti Reseller che hanno la Dashboard abilitata, dal 05/04/2022 è disponibile una nuova funzionalità di visualizzazione: Tiresia Intelligent Engine oltre ad altre ottimizzazioni UI. Changelog: Tiresia è il motore a valle di ottimizzazione intelligente della detection di LECS, con il preciso scopo di migliorare e sensibilizzare il rilevamento delle minacce eseguendo specifici matching tra la rete locale d’installazione e feed proprietari e globali di Intelligence. Proprio per questo è possibile avere immediatamente nella Dashboard, appena sotto i grafici, il report di quanto l’algoritmo sta monitorando, evidenziandolo tra tutti i LOG. Nuova Categoria “Minacce Gravi”: Nel menù laterale della Dashboard, si trova una modifica alla visualizzazione e classificazione dei pattern di LECS. Qui, sono riportati i LOG critici che hanno innescato la contromisura di LECS. Nel caso di LECS+, si attua la contromisura energetica, mentre nel caso del LECS normale, la contromisura procedurale. E’ contestuale anche l’invio di una mail di notifica immediata in questi casi. Nuova Categoria “Anomalie” (da Bassi): In questa categoria si trovano tutte le anomalie rilevate, utili per network debug o monitoraggi di protocolli e movimenti specifici all’interno della rete. Q&A Nei casi riportati nella tabella di Tiresia, LECS è intervenuto? Lo scopo di Tiresia Intelligent Engine è quello di fornire un’evidenza specifica di criticità che richiedono di essere analizzate a fondo rispetto ad altre. Dove trovo i LOG di quanto LECS è intervenuto con la contromisura? Nella voce di menù laterale “Minacce Gravi” sono riportate le minacce dove LECS è intervenuto con la contromisura elettrica (LECS+) o procedurale (LECS). #StaySafe Alessio
Relevant Threat Update of Week: Cisco, Gamaredon e Exchange

Gamaredon APT Le tensioni nell’ est Europa si fanno sentire anche su un piano cibernetico. Difatti molti ricercatori hanno trovato IOC specifici e riconducibili al noto gruppo. ID G0047 CVSS 9 Exploitation vector Network “Gamaredon Group is a threat group that has been active since at least 2013 and has targeted individuals likely involved in the Ukrainian government. The name Gamaredon Group comes from a misspelling of the word “Armageddon”, which was detected in the adversary’s early campaigns.“ – Attack MITRE – Group Abbiamo inserito diversi IOC negli aggiornamenti di LECS per riconoscere le firme di questo gruppo APT. Cisco SD-WAN vManage Classificazione: CVE-ID CVE-2020-26073 CVSS Reserved (NIST) Exploitation vector Network Cisco SD-WAN vManage Software potrebbe consentire a un utente malintenzionato remoto di attraversare le directory del sistema, a causa di una convalida impropria della richiesta dell’utente alle interfacce programmatiche delle applicazioni (API). Un utente malintenzionato potrebbe inviare una richiesta URL appositamente elaborata contenente sequenze di “dot dot” (/../) per ottenere l’accesso a informazioni sensibili. In questi casi specifici il device LECS riconosce i tentativi di sfruttamento di questa pericolosa minaccia impedendo e bloccando che l’exploit vada a segno. Microsoft Exchange Server OWA GetWacUrl “Microsoft Exchange Server è un software di rete per consentire la collaborazione in linea tra vari utenti di un’organizzazione (impresa, ente, ecc.). È stato introdotto sul mercato da Microsoft nel 1996 come diretto concorrente di programmi quali Lotus Notes/Domino server di IBM e FirstClass Suite di OpenText. Il suo uso è molto diffuso nelle realtà aziendali in cui sono implementate infrastrutture informatiche basate su prodotti e tecnologie Microsoft (reti Microsoft).” – Wikipedia CVE-ID CVE-2020-17143 CVSS 8.8 Exploitation vector Network Attualmente non sono presenti dal portale Microsoft exploit specifici. In ogni caso il device LECS risponde a questa CVE, riconoscendola ed intervenendo di conseguenza per proteggere la rete, in quanto è sintomo di una possibile compromissione in corso. LECS SOC Team Alessio
LECS VS Malware type: Ransomware

LECS VS Ransomware La definizione: Il ransom malware, o ransomware, è un tipo di malware che blocca l’accesso ai sistemi o ai file personali degli utenti e chiede il pagamento di un riscatto per renderli nuovamente accessibili. Le prime varianti di ransomware risalgono alla fine degli anni ’80, e i pagamenti dovevano essere effettuati tramite posta. Oggi, il pagamento del riscatto viene richiesto mediante criptovaluta o carta di credito. Impatto ed evoluzione L’ impatto che tale minaccia può avere sui sistemi (e sui dati) può essere devastante, e purtroppo lo è nella stragrande maggioranza dei casi, statistiche alla mano. Cifrare i dati comporta blocchi operativi devastanti ed esosi in termini economici per un azienda. Cosa giustifica tale “successo” di questa minaccia, è l’ unione del fattore capillarizzazione dell’IT, smart work e 4.0. Tale estensione ha permesso un ingrandimento della superficie d’attacco ed un correlato numero sempre maggiore di possibili vittime di attacchi social engineering. Difatti, il principale vettore di attacco preferito attualmente è il phishing in ogni sua forma (vishing, whaling, spear…) ma ovviamente non si escludono molti altri vettori, come P2P illegale, webpage compromesse, ed in certi casi anche periferiche fisiche come le chiavette USB e memorie di massa, fino ad arrivare agli approcci gestionali aziendali “BYOD”. Analisi tecnica da un punto di vista del network security L’impatto di un ransomware su un singolo client è indubbiamente pericoloso, ma considerando l’ipotesi (realistica) di un’infezione di rete e quindi infezione massiva di n device significa un blocco completo operativo di intere infrastrutture, compiuto nel giro di pochi minuti. I ransomware sono malware evoluti, difatti portano con loro una serie di algoritmi che eseguono strategiche operazioni in relazione alla kill-chain. Lo scopo infatti è infettare quanti più host possibili per diminiure la possibilità di recupero ed aumentare le probabilità che il riscatto venga pagato. Pertanto non si limitano a compromettere solo i file del primo host, ossia il “paziente zero” ma anche tutti i backup in LAN, shared fodler di altri host, database, fino a raggiungere criticità di Directory AD e sistemi Cloud in alcuni casi. La Kill Chain La catena di attacco di un ransomware è ben definita e segue specifiche operazioni per arrivare al “Pay Day”. -Thanks: CyberVPN LECS VS Advanced Ransomware Ovviamente il primo step, è quello dell’infezione. Come anticipato nel paragrafo precedente i vettori principali sono mail di Phishing e tutto ciò che riguarda l’interazione diretta con l’utente esposto a social engineering. Quindi email, link malevoli e molto altro sono i preferiti dai cyber criminali, questo perché l’utente medio purtroppo cade molto spesso nella trappola nel phishing dando inizio allo step 1. Generalmente sono file PDF o documenti di varia natura, inclusi compressi (zip, 7z…), che una volta aperti danno inizio all’infezione. Gli attacchi via phishing, non solo fanno si che la minaccia abbia successo ma agevola tutte le manovre di bypassing/evasion da parte della minaccia. Questo perché è chiaramente più articolato mettere in piedi un attacco ad-hoc contro i PPS – servizi e protocolli- o addirittura attacchi alla supply-chain con un malware sviluppato a misura. Con una mail si bypassano le misure di sicurezza molto più facilmente. La mail infatti bypassa e sfugge completamente alle comuni misure di sicurezza perimetrali, arrivando direttamente all’ host target per dare il via alla sua esecuzione e quindi, all’inizio dell’infezione. A questo punto, dovremmo affidarci a sistemi di protezione endpoint locali, come gli antivirus. Come mai allora spesso non riescono a fermare queste minacce? I ransomware odierni sfruttano tecniche avanzate di obfuscation ed evading per compromettere il sistema senza fare trigger di sistemi di protezione, pertanto è molto complesso fare la detection di un codice cifrato che lavora in background, e proprio per questo siamo già entrati nella terza fase della kill-chain. Analizzando a fondo un malware del genere, ci si rende conto della complessità ed articolazione delle operazioni che possono eseguire. Al contrario di quanto si può pensare, questa minaccia su un piano tecnico non si limita a cifrare, difatti integra molti altri svariati algoritmi, ognuno con un target operazionale ben preciso e di diversa natura. Procedure e script di C2C (command & control), scanning, privilege escalation e molto altro permetto alla stessa cyber threat di progredire nei sistemi sia locali che di rete per arrivare al goal finale di compromissione totale. Una volta preso il possesso della macchina infatti, la minaccia eseguirà movimenti laterali sul network al fine di trovare ulteriori bersagli per importanza più delicati e sensibili, come file server AD o LAN storage di backup (come i NAS), mettendo completamente sotto scacco un’ intera azienda una volta infettati. Questi ransomware possono portare con sé anche strumenti di exploit specifici per certi PPS per continuare l’ infezione, come è accaduto per il famosissimo Emotet ed in molti altri casi. Proprio qui inizia ad interviene il sistema LECS, l’ultimo baluardo di cyber defence. Durante questi movimenti laterali, la minaccia esce “allo scoperto”, perdendo parzialmente la sua natura stealth in localhost per muoversi sull’ infrastruttura di rete. Infatti già nelle prime fasi di movimento laterale, il malware genera un traffico interno, in relazione alle scansioni e tentativi di connessione ad host interni, invisibili ai firewall perimetrali, e pertanto può agire indisturbato sull’intera subnet finchè non trova nuovi elementi, e possiamo parlare anche di interi giorni. Grazie alla cooperazione degli algoritmi proprietari brevettati Specto e Tiresia, la detection effettuata in realtime permette di spezzare la catena di attacco immediatamente, salvaguardando completamente ciò che deve essere protetto ad ogni costo, analizzando la morfologia del traffico. La tecnologia Raises di intervento arrivando fino al livello 1 dello stack, e lavorando quindi in un piano parallelo di azione rispetto alle comuni contromisure fa tendere il fattore efficacia al 100%. Infatti un sistema Airgapped fisicamente, blocca ogni tentativo di evasione da parte del ransomware e bloccando definitivamente l’accesso al segmento di rete. La forza del timing Già la semplice ricognizione di scansione eseguita da un ransomware del genere viene fermata, applicando la contromisura Raises, bloccando quindi la diffusione in TUTTA
Relevant Threat Update of Week: Apache & Lazarus APT and SonicWall SMA 100

Come LECS supporta sistemi firewall SonicWall SMA 100 Vulns CVE-ID CVE-2021-20039 CVSS 9 Exploitation vector Network Alcuni firewall SonicWall della serie 100 con firwmare < 10.2.1.2-24sv , firmware < 10.2.0.8-37sv e firmware < 9.0.0.11-31sv sono soggetti a vulnerabilità di tipo “iniezione di codice” che comporterebbe una grave violazione del perimetro. Questo può potenzialmente portare l’attaccante autenticato in remoto a prendere il controllo dell’ appliance SMA 100. Dettagli approfonditi: https://cve.mitre.org/cgi-bin/cvename.cgi?name=CVE-2021-20038 Il sistema LECS, controllando il traffico di rete in real-time attua tutte le contromisure necessarie ad impedire che un cracker possa prendere il controllo del firewall qualora il firmware risultasse non ancora aggiornato alle versioni nuove. Apache Spark Exploit (Apache Log4j component) “Apache Spark è un framework open source per il calcolo distribuito sviluppato dall’AMPlab della Università della California e successivamente donato alla Apache Software Foundation.” – Wikipedia Classificazione: CVE-ID CVE-2021-20039 CVSS 9 Exploitation vector Network Log4shell porta con se un numero elevato exploit “correlati”. Nello specifico questo exploit, di tipo RCEn (remote code execution) purtoppo ad oggi non ha ancora una patch specifica, pertanto è necessario monitorare costantemente il servizio. Il framework LECS riconosce i tentativi di sfruttamento di questa pericolosa variante di minaccia impedendo e bloccando la minaccia. New Lazarus APT IOC LECS riconosce svariati IOC basati su IP di connessioni remote verso server C2. “Lazarus Group (also known by other monikers such as Guardians of Peace or Whois Team[1][2][3]) is a cybercrime group made up of an unknown number of individuals run by the North Korean state.” – Wikipedia Il sistema reputazionele di LECS basato su IOC sicuri, permette di evitare data-breach o avere la rete sotto scacco dell’attaccante, bloccando le connessioni verso server di C2. LECS SOC Team Alessio